MARA MUCCI assiste a sconcertante episodio in Comune
- Aris Alpi
- 19 giu 2020
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 20 giu 2020
UNA BREVE STORIA CHE FA RIFLETTERE Un episodio che, vissuto, è durato lo spazio di un attimo. In fila al servizio cittadino. Quasi nessuno ha l'appuntamento, perché il centralino è sempre occupato. Saremo stati in 6. Fra noi tre ragazzi stranieri con la pelle olivastra (in pratica come me ad agosto). Esce la funzionaria. Uno dei tre ragazzi le si avvicina con garbo e remissività. Accenna al suo problema. Lei chiede se ha l'appuntamento (nes

suno di noi l'aveva). Lei incalza a voce alta e con arroganza. Prende in mano il foglio che il ragazzo le porge. Lui si esprime in italiano e si fa capire. Lei gli chiede dove viva. E senza attendere la risposta dice un po' ributtante "per strada". Io mi chiedo come possa saperlo. Lo guardo. È vestito in modo dignitoso. Ordinato.
Una camicia modesta sopra una maglietta. Un pantaloncino chiaro, pulito. Non vedo come si possa intendere che sia un senzatetto. Poi il non dialogo prosegue. Lei, alzando la voce in modo che tutti potessero sentire, "aspetta qui. Tanto tu hai tempo!". Io inizio ad irritarmi. Cosa significa "tanto tu hai tempo". Che ne sa lei? Sto
quasi per intervenire quando lei continua "un lavoro ce l'hai?..Ah, sei rumeno, allora il processo è più lungo. " Lui replica solo, "sì, ho un lavoro". Sempre a testa bassa. Sempre educatamente e a bassa voce. Lei replica "ah!". E sparisce dentro la struttura.
Non sono riuscita a dire nulla perché non ne ho avuto il tempo. Ero gelata dalla rabbia. E vado a letto, convinta che certa gente non dovrebbe fare servizio pubblico. Invece ad altri andrebbe data una possibilità. Perché il garbo e l'educazione sono merce rara. **Nessun sovraccarico di lavoro -attualmente presente perché tanti dipendenti sono ancora in smartworking- giustifica quell'atteggiamento, e ho provveduto a segnalazione.
Certo manca una cosa fondamentale, ovvero la possibilità, prevista per legge, di valutare i servizi pubblici resi
(dalla pagina facebook di Mara Mucci)
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