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Monumento, Camaggi:" Scelta per salvarlo da abbandono"

Il Colonello dell'Areonautica Franco Camaggi, Presidente del Coordinamento imolese delle Associazioni d'Arma, interviene sul video pubblicato Domenica 7 giugno, circa l'annoso caso dello spostamento del Monumento ai Caduti della Prima Guerra Mondiale. In merito alla diretta, pubblicata da "L'altra Imola", Camaggi ci tiene ad evidenziare alcuni punti ritenuti non corretti: "Innanzitutto i Cavalieri di Vittorio Veneto sono sempre stati interpellati in ogni fase" anticipa il Colonello. "E a dire il vero, le famiglie dei Caduti, dopo la guerra, non erano neanche d'accordo che il Monumento venisse collocato in Piazza Matteotti, ma nei Giardini di San Domenico. Poi, una scelta politica, fece sì che il manufatto vedesse la luce in piazza Matteotti."

Camaggi, nella sua replica, ci tiene a sottolineare che la "telenovelas" del trasloco del monumento non sia partita a fine anni ottanta, per via di un'interrogazione da parte di un consigliere comunale DC, ma già dagli anni cinquanta. Inoltre, Il Colonello dell'Areonautica, spiega il suo impegno profuso alla causa, alla luce, di una situazione che nel 2008, era giunta ad uno stadio di paralisi. "Mi ero stancato di queste continue indecisioni e mi ero offerto per avviare un dialogo con la Sovrintendenza, durato parecchi mesi,". Camaggi spiega anche quale sarebbe stato il rischio, nel caso il Monumento non avesse trovato una collocazione: "Sarebbe stato smontato e messo chissà dove. Poi, una volta che lo avrebbero rimontato, non si sarebbero più ritrovati tutti i pezzi, col rischio concreto di importanti rotture dei vari segmenti. Per questo motivo, era necessario trovare una nuova collocazione, subito." Tuttavia, le ipotesi ventilate per la nuova sede del Monumento furono diverse: "In Piazza Bianconcini non lo permise il Piano Regolatore, mentre sulla rotonda di Viale Amendola non era possibile, in quanto, ogni anno, il 4 novembre, avremmo dovuto paralizzare il traffico della Via Emilia e ricordare i Caduti facendo le gimcane in mezzo al traffico. Una follia. E in Piazza Gramsci, oltre a volerlo mettere sopra la stazione ecologica, qualcuno non aveva fatto i conti con l'importante dislivello. Il giardino Curti era l'unico luogo rimasto disponibile ove potevamo collocarlo. C'era addirittura chi iniziava a pensare ad uno spostamento fuori città. Non potevamo permetterlo. Per questo non possiamo certo accettare la definizione di markettari."

 
 
 

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