TRIDICO chiama MARTA,l'ipovedente imolese con l'invalidità "negata"
- Aris Alpi
- 21 gen 2021
- Tempo di lettura: 2 min

Una delle storie della nostra bella italietta coinvolge la nostra città e l'ormai noto istituto di previdenza sociale. Tutto è cominciato quando l'ente di Via Garibaldi ha decurtato l'invalidità di Marta Pellizzi, declassandola dal 100% al 70%. Perchè? Mistero. Forse credevano fosse una "finta" invalida? Peccato che Marta ha avuto una vita a dir poco travagliata e l'invalidità del 100%, che le dava diritto a una misera pensione di 297€, è il minimo a cui una persona che ha subito quanto lei, avesse diritto. Cosa? Molto semplice. A diciotto anni, nel fiore degli anni, quando un giovane compie i passi fondamentali della propria vita, professionale e personale -studi, patente, amore - Marta ha perso la vista. Diventa ipovedente, e di conseguenza si trova costretta a ridimensionare gli obbiettivi a breve termine che si era prefissata.
"Essere ipovedente è un limite oggettivo. Con caparbietà lo supero ogni giorno quando svolgo il mio lavoro."
Tuttavia, nonostante la perdita della vista e il tumore celebrale che la affliggeva, riesce a diplomarsi, a Imola, proprio poco dopo l'asportazione del tumore celebrale. Ma non si ferma, laureandosi addirittura in Scienze e tecnologie della comunicazione presso l’Università degli Studi di Ferrara con una tesi sperimentale dal titolo “Teatro e disabilità. Realtà teatrali a confronto”.

Tuttavia ce la fa e, gettando il "cuore oltre l'ostacolo", si reinventa, per l'ennesima volta, con un nuovo mestiere che le possa dare un minimo di indipendenza. Apre la partita iva, scrive un libro e diventa esperta di web marketing e comunicazione. Specialmente della famosa APP "Telegram", di cui è tra i primi esperti italiani.
Poi, la doccia fredda di questi giorni. Il declassamento dell'invalidità, senza possibilità di raggiungere la soglia per la pensione, di 297€ , che a loro volta, rendevano possibile avere diritto anche ad un assegno per l'accompagnamento. Ma che però, con la nuova percentuale di invalidità al 70%, decadrebbe anche quest'ultimo.
Sulla base di quali visite e documenti, i due medici dell'INPS di Imola, hanno svolto la visita che ha fatto scaturire questa decisione?
Ora, pare che l'ente sia andato in "auto-tutela", per tutelare la loro immagine.
Da voci di corridoio però, pare che da Via Garibaldi si voglia andare in direzione del ritorno al 100% di invalidità. Anche se rimane incomprensibile come ci si possa rientrare senza nessuna visita ulteriore, da parte dei medici INPS.
Nei giorni scorsi, l'eco mediatico della notizia di Marta è arrivato anche a Roma, alla sede nazionale dell'Istituto di Previdenza Sociale. "Lo scandalo" è arrivato anche alle orecchie di Pasquale Tridico, presidente INPS nazionale, che si è sentito in dovere di telefonare in persona a Marta, per cercare di capire meglio cosa abbia scaturito questo declassamento di invalidità.
Possiamo ben immaginare, una volta che il Presidente Tridico abbia riattaccato con la 31enne, possa aver verosimilmente telefonato in Via Garibaldi, chissà per dirgli cosa e in quali "termini".

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